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Non è sempre facile "accostarsi" a una raccolta di poesie, specialmente se scritte in un dialetto, quello "maceratese fermano", che potrebbe esserci assai prossimo ma anche molto distante, sia nello spazio, sia nel tempo. Questa però non è una "semplice" raccolta di poesie in dialetto o più propriamente in vernacolo, ma un vero e proprio recupero di "una storia" che altrimenti sarebbe andata perduta. Albino Graziosi ha fissato il "suo tempo", fatto di usi, di costumi, di atmosfere, di sentimenti... in veri e propri affreschi, e l'immancabile presenza delle note che potrebbero appesantire la "facile fruibilità" della sua Opera, in realtà, aiutano a rivelarne la non sempre visibile profondità; leggono ciò che si trova nelle pieghe del tempo e cercano di ridare voce ai valori di un mondo, di una tradizione, di una civiltà: la civiltà contadina.